
Se avete in programma un viaggio o una gita in una città italiana, vi consiglio di prendere in considerazione Torino, meravigliosa città dove ci sono tantissime cose da vedere con i bambini.
Noi siamo stati a Torino 3 giorni con le bambine l’ottobre scorso, insieme a un’altra coppia di amici e la loro bambina.
Non ero mai stata a Torino, neanche da piccola, ma è una città che mi ha sempre affascinato tantissimo!
Ormai abbiamo visto che visitare le città con i bambini non solo è assolutamente fattibile, ma anche estremamente divertente e formativo per tutti!

Finora siamo stati due volte a Roma (qui il racconto del primo viaggio a Roma con i bambini… un po’ sfortunato… ma vi giuro comunque bellissimo. Poi per fortuna la seconda volta a Roma con le bambine è andata benissimo.), a Firenze e a Milano) .
A differenza dei weekend delle città visitate con le bambine precedentemente per le quali abbiamo pianificato tutti itinerari per lo più “all’aperto”, questa volta abbiamo deciso di visitare due musei: il museo Egizio di Torino e il Museo del Cinema alla Mole Antonelliana.

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Carolina aveva 5 anni e Cecilia 9, e per loro il museo sia il museo Egizio di Torino che il Museo del Cinema sono stati un vero successo: sono entrambi adattissimi ai bambini.
Il museo del Cinema è molto interattivo, i bambini si divertiranno tantissimo a guardare, toccare con mano ed interagire con le varie installazioni. E poi, quale bambino non ama il cinema?

Anche il museo Egizio di Torino è perfetto: ha il suo percorso didattico studiato per i bambini, che non potranno non rimanere a bocca aperta di fronte a così tante tracce di una civiltà antica così affascinante!
Cecilia ha finito quest’anno la quarta elementare, e proprio in quest’anno scolastico appena terminato ha studiato a scuola per la prima volta gli antichi egizi. Noi siamo stati al museo qualche mese prima che iniziasse l’argomento a scuola, e questa visita al museo calzava proprio a pennello!
I biglietti
Memori delle file fuori dai musei di Roma e Firenze, ho deciso di prenotare i biglietti per entrambi i musei, prima della nostra partenza, on-line.
I biglietti acquistati on-line danno diritto al salta-fila al sovrapprezzo di 2 euro.
Credetemi, nei giorni di folla li valgono tutti.
Ricordatevi però che i biglietti riservati alla vendita on-line sono una parte limitata. Perciò se si arriva troppo a ridosso delle date di partenza, si può rischiare di trovare tutto esaurito, sopratutto se si tratta di date molto gettonate come i ponti.
Stesso discorso ovviamente vale per l’hotel! Se una decina di giorni di anticipo sono stati sufficienti per prenotare i musei, purtroppo lo stesso non è valso per l’hotel. Non abbiamo trovato un hotel disponibile in centro a Torino: erano rimasti infatti o troppo bruttini o troppo belli, e quindi troppo cari (sicuramente Torino è una meta molto gettonata e ci siamo stati proprio per i giorni del ponte del 1 Novembre)!
Abbiamo rimediato però con un bed & breakfast a Venaria Reale, dove ci siamo trovati benissimo a una distanza tutto sommato fattibile da Torino (mezzora scarsa di macchina o eventualmente di mezzi pubblici).
PRIMO GIORNO A TORINO CON I BAMBINI
Cosa vedere a Torino con i bambini?
1. Il Museo Egizio

E’ possibile prenotare i biglietti on-line per il Museo Egizio di Torino a questo link: https://www.ticketlandia.com/m/museo-egizio.
Durante la prenotazione dovrete scegliere non solo il giorno ma anche la fascia oraria di ingresso, che va di mezzora in mezzora.
Al fine di non creare assembramenti, l’orario prescelto per l’ingresso deve essere rispettato scrupolosamente; eventuali ritardi potrebbero precludere l’accesso e gli acquisti on line non sono rimborsabili
Qui potete trovare sia il biglietto d’ingresso al museo, che il biglietto più la visita guidata che altri laboratori creati ad hoc per le famiglie.
Audioguida Museo Egizio
Quando siamo andati noi, insieme all’ingresso al museo, era compresa un’audio-guida con un percorso dedicato a famiglie e bambini.
Attualmente il servizio è momentaneamente sospeso, causa Covid.
Quando verrà ripristinato, lo stand dove ritirare l’audioguida e una mappa con il percorso famiglie si trova a destra dell’ingresso in cui si presenta il biglietto.

I bambini di 0-5 anni non pagano il biglietto, mentre la fascia di età successiva, 6-14 anni paga un euro.

Se volete ulteriori informazioni sulla nostra visita vi consiglio di leggere:
Al Museo Egizio di Torino con i bambini: tutto quello che devi sapere.
Dove potrete trovare altre informazioni utili prima della vostra visita.
Considerate comunque di ritagliarvi quasi una mezza giornata per visitare il museo: noi siamo entrati alle 10 del mattino e siamo usciti alle 13:30.
Usciti dal Museo Egizio non si può non dirigersi subito in Piazza Carignano (la stessa piazza che potete ammirare dal bar del Museo Egizio).
Cosa vedere a Torino con i bambini?
2. Piazza Carignano

Piazza Carignano è forse la più piccolina ma in assoluto la mia piazza preferita di Torino.
Qui si affaccia Palazzo Carignano, e lì ne sono successe parecchie di cose che riguardano l’Italia!!
Come ci ricorda la monumentale iscrizione sulla sommità del palazzo, qui è nato Vittorio Emanuele II.
Da quel bel balconcino bianco invece, nel 1848 venne annunciata la firma dello Statuto Albertino, l’antenato della nostra costituzione, che decretava i vari diritti e doveri del popolo.
All’interno del palazzo, poi venne allestito il primo Parlamento dell’Italia unita.
Non male per una piazza di 88×33 metri circa!
Ma la storia di Piazza Carignano non si ferma al suo omonimo palazzo.

Dal lato opposto troverete il mitico Pepino. Qui nel 1939 è stato inventato e brevettato il gelato su stecco ricoperto di cioccolato, il gelato più imitato e copiato al mondo!
Fermarsi per ordinare un pinguino (potete ordinarlo direttamente dallo sportello sul lato destro) è d’obbligo!
Ce n’è per tutti i gusti! Il classico è alla crema, poi alla panna, alla menta e al gianduiotto, tutti ricoperti di buonissimo cioccolato!
Non per niente i gelati si sono meritati diversi riconoscimenti reali!!
Il ristorante del Cambio
Qualche passo più avanti e passerete il Teatro Stabile di Torino. Qui una volta c’era la sala per giocare alla pallacorda, l’antenata del tennis moderno. Ti fianco troverete l’affascinante ristorante del Cambio, famoso per i suoi avventori abituè illustri. Se sbircerete dalla finestra gli eleganti interni, non sarà difficile immaginarsi seduti al tavolo Camillo Benso Conte di Cavour o Vittorio Emanuele II.
Al centro invece trovate la statua di Vincenzo Gioberti, il primo Presidente della Camera dei deputati del Regno di Sardegna.
Insomma una piazza che profuma di storia dell’Unità d’Italia, come tutta Torino d’altra parte.
Sul retro di Palazzo Carignano troverete Piazza Carlo Alberto, dove si erge una grande statua equestre di Carlo Alberto di Savoia.
Noi abbiamo preso la Galleria Subalpina direzione Piazza Castello.
Cosa vedere a Torino con i bambini?
3. Galleria Subalpina
La Galleria Subalpina è una delle tre gallerie coperte di Torino.
Al suo interno potete trovare il celebre Caffè Baratti e Milano, il papà del cremino!!
Il “Cremino” è un cioccolatino formato da tre strati: i due esterni di cioccolato gianduia e nel mezzo una pasta di cioccolato contenente nocciole, caffè o limone. Ok, mi viene fame solo a descriverlo!
Ferdinando Baratti nel 1853 lavorava come cameriere in uno dei più importanti caffè di Ivrea e fece amicizia con Edoardo Milano. Insieme, decisero di aprire una confetterie-liquoreria in Via Dora Grossa.
Iniziarono a studiare nuove ricette , a fare prove ed esperimenti, e tra questi ci furono i fortunatissimi “Cioccolatini Cremini”.
Tappa d’obbligo è farne rifornimento!
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4. Piazza Castello

Ed eccoci arrivati finalmente in Piazza Castello!
Piazza Castello è la Piazza Principale
Al centro sorge Palazzo Madama, cioè l’antico castello da cui la piazza prende il nome.
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5. Palazzo Madama

Ma come, direte voi, io non vedo nessun castello!
Beh girate attorno a Palazzo Madama e magia, dietro la facciata si nasconde l’antico Castello!
Questo perché Palazzo Madama è molto antico e nella sua storia ha subito numerose trasformazioni!
Pensate che circa duemila anni fa, all’epoca dell’impero romano, Palazzo Madama era una delle porte d’ingresso alla città.
Nel Medioevo poi, da porta di ingresso si trasformò in baluardo di difesa, inglobando le due torri dell’antica porta romana.
Nei primi decenni del 1300 la struttura fortificata si trasforma in un castello.
L’edificio diventò poi dimora delle Madame Reali Maria Cristina di Francia e Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, dette rispettivamente “prima Madama Reale” e “seconda Madama “Reale” e da qui deriva il suo nome.
Fu grazie all’ultima che il castello assunse l’aspetto che ora coincide con uno dei due volti di Palazzo Madama. Questa specie di maschera barocca copre in parte l’edificio medievale, doveva essere l’inizio di un grandioso progetto, che però non fu completato.
Tutto sommato io penso che sia meglio così, e che sia meraviglioso che questa signora di Torino, questa Madama, porti sul suo viso tutti i segni della sua lunga storia.
In epoca risorgimentale ospitò l’Aula del Senato Subalpino e, unita l’Italia, accolse il Senato Italiano dal 1861 al 1864. L’ultima seduta si tenne il 9 dicembre 1864 con l’approvazione della legge per il trasferimento della capitale da Torino a Firenze.
Dovanti a Palazzo Madama trovare una statua: si tratta dell’Alfiere dell’Esercito sardo.
Alfiere dell’Esercito sardo
L’Alfiere era il titolo e grado di chi portava lo stendardo dell’esercito, e questo soldato infatti è raffigurato mentre difende la bandiera italiana con la spada in pugno.
Sul basamento si può leggere che questa statua è stata un regalo che i milanesi fecero nel 1857 all’esercito piemontese per l’aiuto ad ottenere la libertà dall’oppressione austriaca.
Proseguendo per la Piazza, tra una corsa dei bambini e un’altra (è così grande che non sapranno resistere, le nostre hanno improvvisato una partita a calcio con una palla fatta con il cartoccio delle castagne finite), vedrete davanti a voi una grande cancellata con due statue di uomini a cavallo che la sovrastano. Si tratta di Palazzo Reale e le statue di Castore e Polluce.
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6. Palazzo Reale

La casa del Re e della sua famiglia! Il Palazzo Reale di Torino è stata infatti la prima e più importante residenza del regno del Ducato di Savoia in Piemonte.
La grandiosa cancellata un tempo separava lo spazio pubblico di Piazza Castello dal cortile privato della Corte.
Due statue sembrano proteggere l’ingresso, sono le statue equestri di Castore e Polluce, i due eroici gemelli del mito greco.
Castore e Polluce, figli di Zeus, erano considerati protettori di quanti, sul campo di battaglia o in mare, si trovassero in situazioni di grave pericolo, quindi probabilmente per questo sono stati messi a vigilanza del Palazzo.
Quando Castore morì, Polluce non riusciva a superare il dolore: decise così di rinunciare all’immortalità pur di stargli vicino. Allora Zeus stabilì che si alternassero nella vita e nella morte, trascorrendo a turno un giorno sulla terra e l’altro nel regno delle ombre.
Entrate dentro le cancellate e proseguite dentro il Palazzo per ammirare i Giardini Reali.
A sinistra della cancellata troverete la Chiesa di San Lorenzo, detta anche Real chiesa di San Lorenzo, perché voluta dai Savoia, dentro cui vi consiglio di entrare per ammirarne la bellezza (è opera di Guarino Guarini).
7. Casaforte Acaja
Proseguite poi verso il lato destro della cancellata, per ammirare il “retro” di Palazzo Madama, ovvero Casaforte Acaja, e vi troverete di fronte un imponente monumento che raffigura il comandante Emanuele Filiberto di Savoia, Duca d’Aosta e alcuni militari di varie armate della Prima Guerra Mondiale.

Dopo qualche foto siamo tornati indietro verso Palazzo Reale, se osservate bene (e seguite il flusso di persone) a sinistra c’è un passaggio che vi condurrà Piazza San Giovanni.
Da qui potrete ammirare la Cappella della Sacra Sindone (o Cappella del Guarini), Duomo di Torino e poco più avanti la Porta Palatina.
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8. Cappella della Sacra Sindone

La Cappella della Sacra Sindone è una chiesa del 1600 voluta dal duca Carlo Emanuele I di Savoia per conservare il prezioso telo della Sindone, che la famiglia ducale sabauda custodiva da alcuni secoli.
Nel 1997 ha subito un brutto incendio, ma per fortuna la Sindone non fu direttamente interessata dall’incendio poiché il 24 febbraio 1993, per consentire i lavori di restauro della Cappella, era stata provvisoriamente trasferita.
Che cos’è la Sacra Sindone?

Sindone è una parola greca: significa “lenzuolo”. La sindone era infatti un lenzuolo funerario, usato nell’antichità per avvolgere le persone morte.
La Sindone di Torino, nota anche come Sacra Sindone, è un antico telo di lino sulle cui fibre è impresso un’immagine, la figura di un uomo visto da davanti e da dietro. Come se fosse l’immagine del corpo dell’uomo fosse rimasta impressa mentre l’uomo era avvolto nel lenzuolo.
L’immagine della Sindone non è il prodotto di un artista che l’ha dipinta, e le macchie di sangue sono reali.
La tradizione identifica l’uomo con Gesù e la sindone con il lenzuolo usato per avvolgerne il corpo, nel sepolcro..
L’uomo porta infatti segni di maltrattamenti e torture compatibili con quelli descritti nella Passione di Cristo.
La sua autenticità però è oggetto di fortissime controversie.
Nel 1898, un fotografo dilettante italiano fotografò per la prima volta al mondo la Sacra Sindone.
A quei tempi le macchine fotografiche erano state inventate da poco e non erano digitali come quelle che utilizziamo oggi, ma analogiche.
Questo significa che le foto venivano impresse su di un rullino fotografico all’interno della macchina fotografica, in negativo, e per ottenere le foto il rullino andava poi sviluppato in una camera oscura.
Durante lo sviluppo fotografico, questo signore si accorse che il negativo della foto scattata mostrava in realtà il volto di un uomo in positivo, cioè come noi vediamo i volti dei nostri simili.
Questo significava che la Sindone era essa stessa come un negativo fotografico. Questa scoperta accende l’interesse degli scienziati sulla Sindone, dando inizio a un’epoca di studi che ancora oggi non si è conclusa.

Nel 1988 si è cercato di capire a che epoca risalisse la Sacra Sindone utilizzando il metodo del Carbonio 14.
Cos’è il metodo del Carbonio 14?
Il carbonio 14 è un elemento presente in tutti gli esseri viventi e in tutte le sostanze organiche da cui derivano, come ad esempio ossa, legno, fibre tessili, semi, eccetera. Finché un organismo è in vita, continua ad assorbire carbonio 14, e quindi la sua quantità presente nell’organismo è sempre costante.
Quando il ciclo vitale si interrompe, cioè ad esempio quando un essere umano muore, una pianta viene tagliata, il cotone viene raccolto e filato in un tessuto, l’assorbimento del carbonio si interrompe. Con il passare del tempo, la quantità di carbonio 14 presente in una sostanza organica diminuisce. La sua percentuale si dimezza ogni 5.730 anni.
Grazie a questo fenomeno, gli archeologi e i paleontologi misurano la quantità di Carbonio 14 rimasta nella materia organica ritrovata. E in questo modo possono stabilire in che epoca è vissuto qualsiasi residuo organico.
L’esame al Carbonio 14 della Sacra Sindone ha datato il lenzuolo al 13
Nel 1988 tre laboratori internazionali eseguono l’esame del Carbonio 14: la Sacra Sindone viene datata agli anni 1260-1390. Il risultato è tuttora contestato, ma non è stata più ripetuto questo tipo di esperimento.
Negli ultimi decenni, però, ci sono state dimostrazioni di laboratorio in cui una colorazione simile a quella della Sindone è stata ottenuta utilizzando delle radiazioni, in un tempo brevissimo e con energia elevata ma non troppo.
Questo esperimento avvalora l’ipotesi che l’immagine sulla Sacra Sindone possa essere stata una esplosione di energia, simile a un lampo di luce, emanata dal corpo di Gesù al momento della resurrezione, e che questa abbia impresso l’immagine come un negativo nella fotografia.
La cosa sicura è che, a prescindere da considerazioni religiose, la Sindone è un oggetto affascinante e misterioso.
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9. Porta Palatina

Torino è una città dalla storia antichissima. Fu fondata infatti probabilmente nei pressi della posizione attuale, attorno al III secolo a.C., dai Taurini, un popolo che viveva a quei tempi intorno alle Valle del Po. Nel I secolo a.C: l’imperatore romano Augusto la trasformò in una colonia romana e prese il nome di Iulia Augusta Taurinorum.
La Porta Palatina era la Porta Principalis che consentiva l’accesso da settentrione alla colonia romana.
Prendendo via XX Settembre al centro di Piazza San Giovanni, lasciandovi la Porta Palatina dietro le spalle ci siamo diretti verso la seconda Galleria coperta di Torino: Galleria Federico.
Costruita negli anni 30, la galleria è molto affascinante, e sappiate che all’interno sono state girate alcune scene del thriller Profondo rosso di Dario Argento,

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10. Piazza San Carlo

Piazza San Carlo, detto il salotto di Torino, è una bellissima piazza dedicata a Carlo Borromeo, l’Arcivescovo che nel 1578 fece un pellegrinaggio da Milano fino a Torino per venerare la Sacra Sindone.
Su una delle colonne della piazza si trova una targa che ricorda uno degli episodi più tristi di Torino: nel 1864, la capitale fu trasferita da Torino a Firenze. I torinesi allora scesero pacificamente in piazza per protestare contro la decisione del governo, ma le forze pubbliche furono esageratamente spietate nel reprimere la protesta: vennero uccise infatti 184 persone


Qui spesso si ritrovano bravissimi artisti di strada che allieteranno la visita dei vostri bambini!!

Passeggiando sotto i portici, vicino allo storico Caffè Torino, noterete sul pavimento un toro rampante di bronzo: sappiate che è tradizione e porta fortuna passeggiare sopra gli attributi del povero animale.
Abbiamo finito la nostra prima giornata a Torino bighellonando tra le bellissime strade della città, ammirando i locali e i caffè storici, le insegne dei negozi, e i bellissimi negozi della città.
Per cena siamo tornati a Venaria Reale.
SECONDO GIORNO A TORINO CON I BAMBINI
Il secondo giorno avevamo prenotato i biglietti per visitare il Museo del Cinema con le bambine.
Questa volta siamo arrivati con la macchina al parcheggio sotterraneo di Piazza Vittorio Veneto, e ci siamo diretti passeggiando sotto i portici verso la Mole Antonelliana.
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11. Museo del Cinema (Mole Antonelliana)

Per la ricchezza del patrimonio e la molteplicità delle sue attività scientifiche e divulgative, il Museo Nazionale del Cinema è tra i più importanti al mondo.
Potete prenotare biglietti, visite guidate o laboratori al Museo del Cinema di Torino a questo link. Anche qui i bambini 0-6 anni non pagano.
Le audio guide non sono comprese nel biglietto del cinema ma possono essere acquistate a parte all’ingresso. A mio parere non sono necessarie perché il Museo è per l’80% interattivo e con voi che leggete e spiegate le cose più particolari, anche i bambini più piccolini riusciranno a seguire praticamente tutto.

Il museo del cinema parla del cinema, dai suoi albori, le ombre, fino al cinema moderno, passando per tutta la storia e i generi di questa affascinante arte.
La cosa bella è che i bambini potranno guardare, toccare, cliccare e sperimentare l’evoluzione del cinema, capire cosa c’è dietro ad un film!
E’ stata veramente una bellissima sorpresa.

Noi lo abbiamo visitato ovviamente lontani dall’emergenza sanitaria in corso, ma visitando il sito del Museo del Cinema di Torino potrete leggere e controllare tutte le norme per la sicurezza presa.
La Mole Antonelliana

Dovete sapere che la Mole Antonelliana inizialmente doveva essere una sinagoga.
Nel 1863 il Re Carlo Alberto infatti aveva concesso la libertà di culto, e la comunità ebraica di Torino decise così di costruire una sinagoga nella sua città.L’architetto Antonelli però durante la costruzione fece un sacco di modifiche, e fece innalzare l’edificio 47m in più dell’idea originale.
La comunità ebraica non apprezzò le modifiche e i costi che aumentavano a causa di queste, e così così decise di vendere la struttura al comune di Torino e di costruire un’altra sinagoga di dimensioni più piccole (che tuttora si trova in Piazzetta Primo Levi, poco distante dalla stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova)
Nel 1889 la cupola fu ultimata, e si decise di terminare la Guglia con una statua, raffigurante un “Genio Alato”, uno dei simboli di Casa Savoia.
Con questa statua l’edificio raggiunse l’altezza totale di 167,35 metri, diventando la costruzione in muratura più alta del mondo.
Per questo motivo fu soprannominata Mole.
La Mole perse però il primato nel 1953, quando la guglia originaria crollò, e dovettero rifarla in cemento armato,
Ma, guardate in alto, dove è finito il Genio Alato?
Nel 1904, durante un violento nubifragio, cadde (per fortuna) sul terrazzino sottostante, rimanendo intatta. Tuttora è possibile ammirarla dentro alla Mole.
Palazzo Fetta di polenta
A cinque minuti dalla Mole Antonelliana si trova un curioso edificio dello stesso architetto, ovvero , Casa Scaccabarozzi detta anche Palazzo Fetta di polenta.
Questa casa ha una pianta trapezoidale e da un lato è larga 54 centimetri!
Oggi è una galleria d’arte e potete trovarla in Via Giulia di Barolo.
Siccome ai tempi della sua costruzione molti sostenevano che non fosse stabile, l’architetto Antonelli vi si trasferì per qualche anno ad abitarci con la moglie.
La casa si dimostrò invece stabilissima. Resistette infatti in ordine, a un’esplosione, a un terremoto e ai bombardamenti della seconda Guerra Mondiale, eventi che rovinarono invece buona parte degli edifici del quartiere.
Il segreto della sua forza è nelle sue solide e profonde fondamenta: la casa infatti è di nove piani, due dei quali sotterranei.
Dopo la visita al Museo del Cinema di Torino con le bambine, un pranzo veloce in uno dei bar sotto la Mole, ci siamo incamminati in via Po, direzione Ponte Vittorio Emanuele e mentre camminavamo ci siamo ci siamo imbattuti nelle pietre di inciampo.

Le pietre di inciampo
Le pietre d’inciampo sono piccole targhe d’oro, della dimensione di un sanpietrino, installate nelle città per portare la memoria a chi non ce l’ha e per non dimenticare mai le persone innocenti deportate nei campi di sterminio durante il periodo nazista.
Nascono dall’artista tedesco Gunter Demnig, e le avevamo trovate anche a Roma, e avevo già cercato di spiegare alle mie bambine che cosa significassero, perché credo che sia molto importante che sappiano anche se sono piccole, anche se ovviamente poi opprofondiranno questo triste capitolo della nostra storia crescendo.
Le pietre sono posate davanti all’ultima abitazione della vittima, e sono incisi nomi, date e luoghi.Io non riesco a non commuovermi nel leggere queste targhette, nel ricordare famiglie intere portate vie.C’è anche un sito dove trovare la mappa delle pietre d’inciampo presenti a Torino e le storie delle varie persone a cui sono dedicate.Stolpersteine, le pietre di inciampo, sono il monumento dal basso più diffuso a livello europeo: sono state posate fino ad ora più di 72.000 pietre in tutta Europa, 108 a Torino.
A Torino trovate anche il Museo Diffuso della Resistenza, in Corso Valdocco, 4/A.
Arrivati in Piazza Vittorio Emanuele e abbiamo attraversato l’omonimo ponte sul Po per vedere la Chiesa Gran Madre di Dio.

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13. Chiesa Gran Madre di Dio

Mano a mano che si attraversa il Ponte Vittorio Emanuele, quando si distoglie lo sguardo dal grande fiume, si rimane impressionati già da lontano da questa grande e imponente chiesa, che riporta in automatico alla mente il Pantheon, al qualche è ispirata.
Una leggenda dice che la chiesa sia stata ostruita dove un tempo si trovava un tempio dedicato alla dea egizia Iside, conosciuta anche come “Grande Madre”.
La città di Torino è ricca di misteri ed enigmi, e uno è legato proprio a questa chiesa.
A sinistra potete vedere una statua di una donna che tiene un calice in mano: la statua ufficialmente rappresenta la Fede, ma c’è chi dice che in realtà sia la Madonna che tiene in mano il Sacro Graal.
Questo indicherebbe che il Sacro Graal, il calice dell’ultima cena di Gesù Cristo, si trovi proprio in questa città.
Recentemente uno storico ha avanzato l’ipotesi che il Graal fosse in realtà La Sacra Sindone.

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14. Il Lungo Po
Siamo poi tornati sull’altra sponda del Po e ci siamo fatti una passeggiata sul Lungo Po, direzione parco del Valentino.

Vi consiglio di ritagliarvi una passeggiata con i vostri bambini lungo le sponde del fiume più lungo di Italia, osservando le anatre pescare, passando per il circolo canottieri e vedere temerari andare in canoa anche con le temperature più rigide, e vedere i famosi murazzi.

15. Parco del Valentino

Se si visita Torino con i bambini, un’altra meta che non può mancare nel proprio itinerario, è il parco del Valentino.
Non preoccupatevi anche se non visiterete Torino con i bambini in estate o in primavera, anche in autunno e inverno il Parco è bellissimo e racchiude dentro di sé peculiarità che i vostri bambini non potranno non amare (e che probabilmente faranno parte delle cose che si ricorderanno di più del viaggio a Torino).
Noi abbiamo iniziato la passeggiata venendo dal lungo po’ e addentrandoci all’ingresso del parco.
Dopo pochi metri le bambine sono corse in avanti, li avevano già visti: gli scoiattoli!!
Non vi nego che sono stata la prima ad inserire il Parco del Valentino nell’itinerario, perché volevo vedere gli scoiattoli, ma mai mi sarei immaginata che sarebbero venuti a mangiare dalle mie mani.

La sottoscritta infatti viaggiava con diverse bustine di frutta secca mistanello zaino, perché si sa, magari quando si è in giro viene fame e mi sembravano un’ottima idea da alternare a qualcosa di più goloso (perché di sicuro in vacanza non si possono non assaggiare anche i dolci tipici o un bel gelato!).
Dovete sapere che poco prima le bimbe si erano lamentarti di avere fare e che la sottoscritta gli aveva proposto le suddette bustine, snobbate però in pieno a favore di un gelato non appena trovata una gelateria.

Ecco che, appena avvistati gli scoiattoli, ho pensato di avvicinarli tirando fuori una mandorla dal sacchetto che mi stavo sgranocchiando!
E lo scoiattolino non solo si è avvicinato, ma molto delicatamente con le sue zampetta ha afferrato la mandola e se l’è gustata davanti ai nostri occhi!
Al che finalmente le mie bambine hanno convenuto che serve a qualcosa avere una mamma che rompe con le merende salutari!!!!!!!

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16. Il Villaggio Medioevale

Nel Parco del Valentino, sulla riva destra del Po, sorge la ricostruzione di un villaggio medievale
Anche se sembra originale al 100%, in realtà è stato costruito tra 1882 e il 1884, in occasione dell’Esposizione Generale Italiana.
Finita questa fiera, doveva essere distrutto, ma per fortuna si è deciso di conservarlo e tuttora è una delle attrattive del parco del Valentino.
Il Borgo Medievale si articola su quattro piani e ospita al suo interno un piccolo giardino sempre in stile medievale, la bottega del ferro battuto, la stamperia, la bottega di prodotti del paniere, la strada reale dei vini torinesi e addirittura una prigione al piano interrato.
All’interno del Borgo potete comprare prodotti tipici, gustarvi una cioccolata calda o del vin brûlé (in autunno-inverno, immagino che in primavera estate propongano altro!).
Dopo il giro al Borgo abbiamo preso uno dei tram per tornare in centro, perché eravamo tutti un po’ stanchi di camminare.
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17. I Tram
La rete tranviaria di Torino è la più antica in Italia.

Le prime linee trainate da cavalli risalgono al 1871.
Abbiamo finito la giornata con un ultimo giro in centro e un aperitivo in uno di caffè storici di Torino.
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18. I caffè storici

I caffè cittadini hanno avuto la loro grande diffusione a partire dall’Ottocento, quando l’Italia era divisa in piccoli stati.
Così questi locali si sono trasformati in una sorta di “officina politica” in cui incontrarsi, discutere, fare progetti e immaginare un’Italia unita.
Questi locali erano un incrocio tra i salotti borghesi, dove ci si incontrava e si chiacchierava, e i bar inglesi, dove si poteva bere velocemente un drink.
Tra gli arredi eleganti e l’aria raffinata d’altri tempi, è facile immaginarsi gli illustri personaggi che negli anni si sono seduti a questi tavoli.
I caffè storici di Torino sono 7:
– Caffè Confetteria Al Bicerin
Questo caffè prende il nome dalla tipica bevanda calda torinese a base di caffè e cioccolata. Questo era il locale preferito da Camillo Benso Conte di Cavour.
Indirizzo: Piazza della Consolata, 5
– Caffè Gelateria Fiorio
Del 1780, la sua specialità è il gelato al gianduia.
Indirizzo: Via Po 8,
– Caffè San Carlo
Era uno dei luoghi di incontro degli intellettuali del Risorgimento.
Indirizzo: Piazza San Carlo, 156
– Caffè Confetteria Baratti & Milano
Qui una cioccolata calda è d’obbligo, se il tempo lo permette.
Indirizzo: Piazza Castello, 29
– Caffè Torino
Indirizzo: Piazza San Carlo, 204
– Caffè Mulassano
Qui è stato inventato il tramezzino.
Nel 1926 i proprietari del caffè, di ritorno da un viaggio in America, crearono questi paninetti, ispirati ai sandwich americani. La geniale intuizione fu quella di tagliere la crosta del pane dai due triangolini di pancarré, per esaltare la morbidezza delle fette e la farcitura.
Il risultato fu un vero successo e il nome tramezzino gli fu dato niente meno che da Gabriele D’Annunzio, da “tra-mezzo”, cioè uno snack spezza-fame.
Il primo tramezzino era farcito con burro e acciuga, mentre oggi ne trovate ben di 40 tipi differenti.
Indirizzo: Piazza Castello, 15
– Caffè Platti
Il caffè preferito di Giovanni Agnelli, Luigi Einaudi e Cesare Pavese.
Indirizzo: Corso Vittorio Emanuele II, 72
TERZO GIORNO A TORINO CON I BAMBINI
L’ultimo giorno trascorso a Torino con le bambine abbiamo preso una pioggia torrenziale praticamente costante.
Non ci siamo comunque arresi e abbiamo proseguito in quello che era la nostra meta: la Reggia di Venaria.
19. La reggia di Venaria

La reggia di Venaria Reale è una delle Residenze Sabaude.
Nel 1572, quando Torino divenne capitale del Ducato di Savoia, era ancora una città medievale.
Il re Emanuele Filiberto lanciò allora un grande progetto di nuove costruzioni, proseguito poi dai suoi successori, per fare diventare Torino una città importante con contatti con le corti reali di tutta Europa.
Intorno a piazza Castello era situata la cosiddetta “area di comando”. Qui c’erano i palazzi più importanti, mentre lontane dal centro città, furono costruite residenze e splendide ville.
Fa parte di queste la Reggia di Venaria, ex residenza di caccia, da molti definita la “Versailles” sabauda.
La Reggia di Venaria è parte del sito seriale UNESCO iscritto alla Lista del Patrimonio dell’umanità dal 1997, ed è sede di mostre temporanee, eventi e attività culturali. Perciò informatevi prima su cosa sia in corso al momento della vostra visita.

Per noi l’idea era quella di trascorrere lì la mattinata e di dirigerci verso casa dopo pranzo (la sera avevamo infatti un compleanno speciale di un amica a cui non potevamo mancare).
L’edificio della Reggia comprende 80.000 metri quadri e 60 ettari di Giardini e 3.000 ettari recintati del Parco La Mandria.

Certo la pioggia non è il tempo migliore per visitare la Reggia di Venaria all’esterno, con il suo meraviglioso parco. Ma come accade spesso, anche quando qualcosa va storto, si rischia di divertirsi ancora di più.
Armati di ombrelli abbiamo fatto comunque il percorso esterno e dopo una bellissima mattinata, neanche troppo bagnati, siamo dovuti partire direzione casa, ma con un pezzetto di Torino nel cuore.
Ma bravissima! Hai fatto un giro, e un post, da campioni.
Complimenti alle bambine, che hanno camminato tantissimo!