
Una casetta troppo stretta, libro della mitica Julia Donaldson e del bravissimo Axel Schefel, racconta la storia di una signora che vive in sola in una casetta molto piccola. Un giorno un vecchio saggio la va a trovare, e lei inizia a brontolare e a lamentarsi delle dimensioni della sua casetta.
Il vecchio saggio le consiglia allora di portare in casa la sua gallina.
La signora è davvero stupida della risposta, ma fidandosi del vecchio saggio, pur non capendo il senso del suo consiglio, porta in casa la gallina.
Non appena entra in casa, la gallina inizia a combinare un mare di guai.
La signora torna allora a chiedere aiuto al vecchio saggio, che le consiglia di portare in casa una carretta capretta.

La storia proseguire così, tra risate (nostre), guai (degli animaletti portati in casa) e arrabbiature (della vecchietta).
Fino a quando il vecchio saggio consiglia alla signora di fare uscire dalla casa tutti gli animali!
Quando la casa torna di nuovo vuota, libera da tutti i suoi nuovi e vivaci inquilini, ecco che alla signora non sembra più piccola come prima, ma piuttosto la ritrova grande e spaziosa.

Si consiglia la lettura del libro “Una casetta troppo stretta” di Julia Donaldson e Axel Schefel sgranocchiando biscotti senza burro ripieni di crema di nocciola. Noi abbiamo usato la ricetta dei biscotti smile senza burro con crema di nocciola, usando per l’occasione lo stampo a forma di casetta.
Una casetta troppo stretta ci insegna la gratitudine
“Una casetta troppo stretta” ci insegna che bisogna sempre apprezzare quello che si ha, pensando anche che potrebbe andare peggio.
Apprezzare quello che si ha, in una parola, si dice gratitudine.
Per aiutarci in questo esercizio, cioè nell’apprezzare quello che si ha, non è obbligatorio doversi mettere nei pasticci.
Spesso basta pensare a chi sta peggio di noi, per potersi accorgere delle nostre fortune.
La gratitudine viene chiamata anche muscolo della felicità!
E come ogni muscolo va allenato!
Gli esercizi che gli psicologi suggeriscono per allenare la gratitudine sono tanti, ma uno che a me piace molto è quello di imparare a pensare per sottrazione.
Cosa significa pensare per sottrazione?
Pensare per sottrazione significa riflettere su come sarebbe la propria vita senza i benefici che abbiamo.
Questa modo di ragionare aiuta a non dare per scontato tanti elementi positivi della nostra vita, e aiuta ad apprezzare tanti aspetti a cui non facciamo più caso.
Un ottimo spunto di riflessione, su cui ragionare con i nostri bambini dopo la lettura di questo libro!
Magari si può proprio provare a pensare qualcosa su cui ci lamentiamo, e per cui invece non siamo così sfortunati.
Le mie bimbe mi hanno fatto l’esempio del fatto che a volte gli capita di essere tristi perché vorrebbero che il loro babbo stesse più a casa e meno a lavorare. Ma poi hanno pensato che hanno amici i cui papà sono fuori per lavoro tutta la settimana, e che passano giorni prima che lo vedano, e che quindi, anche se il loro babbo lavorava tanto, erano fortunate perché potevano vederlo tutte le sere.
Avete letto questo libro con i vostri bambini? Siete anche voi grandi fan della coppia Julia Donaldson e Axel Schefel come noi, o ancora dovete scoprirli?
Chiacchierate mai della gratitudine con i vostri bambini?

E se conoscete Julia Donaldson e Axel Schefel e amate Bastoncino, date un’occhiata anche qui sotto!
Lascia un commento