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La Seconda Guerra Mondiale spiegata ai bambini
Finita la Prima Guerra Mondiale, l’Italia passava un periodo di profonda crisi economica, sociale e politica.
Sfruttando questa situazione di crisi e malcontento, un uomo di nome Benito Mussolini fondò un nuovo partito, il Partito Fascista e con un colpo di stato salì al governo.
Negli anni successivi Mussolini instaurò in Italia una dittatura e tolse al popolo piano piano tutte le libertà.
Intanto, nella vicina Germania, un altro dittatore feroce e spietato era salito al potere: era Adolf Hitler.

Secondo il folle programma razzista di Hitler, il popolo tedesco era superiore agli altri popoli. Per questo la Germania doveva espandere i suoi territori ed ebrei e popolazioni slave dovevano essere annientati.
Così il primo settembre del 1939 la Germania invase la Polonia.
Francia e Inghilterra, intuendo la minaccia del Nazismo, si mossero in aiuto del Paese aggredito. Questo non fermò affatto Hitler: la Germania, infatti, occupò anche il Belgio, l’Olanda e metà della Francia, sembrando quasi invincibile.
Nel 1940 anche Mussolini decise di entrare in guerra a fianco di Hitler e dei tedeschi.
Un po’ alla volta i paesi coinvolti diventarono sempre di più, fino a che questa diventò una guerra di dimensioni mondiali: era la Seconda Guerra Mondiale.

Gli schieramenti erano due: da una parte c’erano Italia, Germania e Giappone uniti insieme, e dall’altra parte i cosiddetti Alleati: Francia, Inghilterra, Stati Uniti d’America e l’Unione Sovietica.
Inizialmente le truppe di Germania, Italia e Giappone sembravano avere la meglio, ma poi le cose cambiarono e gli Alleati iniziarono a recuperare i territori occupati dai nemici.
Nel luglio del 1943 gli Alleati sbarcarono nel sud d’Italia, in Sicilia.
Il 19 luglio un terribile bombardamento, con numerose vittime civili colpì Roma distruggendo quasi interamente il quartiere San Lorenzo nei pressi dello scalo ferroviario.
Il 14 agosto Roma fu dichiarata da Badoglio città aperta.
L’espressione città aperta si riferisce a una città ceduta, per accordo esplicito o tacito tra le parti belligeranti, alle forze nemiche senza combattimenti con lo scopo di evitarne la distruzione. Lo status viene attribuito tenendo conto del particolare interesse storico o culturale della città, oppure in virtù del consistente numero di civili presenti nella popolazione.
L’8 settembre il Re di Italia Vittorio Emanuele III firmò l’armistizio con gli Alleati, abbandonò Mussolini e lo fece arrestare. Istituì un nuovo governo con alla guida il maresciallo Pietro Badoglio.
Molti italiani si illusero che la guerra fosse finita e che la dittatura fosse caduta.
L’illusione della pace, però, durò pochissimo.
Hitler, infatti, non si arrese anzi, ordinò alle sue truppe di invadere l’Italia.
Il mattino successivo, di fronte alle prime notizie di un’avanzata di truppe tedesche verso Roma, il re, la regina, Badoglio e altri pezzi grossi dello Stato maggiore fuggirono da Roma dirigendosi verso il Sud Italia, lasciando il Paese confuso e senza guida.
In pochi, infatti, si aspettavano la resa e persino l’esercito, che in molte zone di guerra era ancora al fianco delle forze armate tedesche, rimase interdetto e senza chiare direttive sul da farsi.
Il 10 settembre 1943, i soldati tedeschi occuparono Roma.
Hitler con un’operazione militare fece liberare Mussolini.
Dopo qualche giorno dalla sua liberazione, in un discorso alla radio Mussolini annunciò la sua volontà di dar vita, nella parte d’Italia occupata dai tedeschi, a uno stato fascista repubblicano, e di voler continuare la guerra a fianco dei tedeschi.
Il 23 settembre del 1943 nacque così la “Repubblica Sociale Italiana”, detta anche “Repubblica di Salò, i cui confini erano uguali a quelli delle regioni della penisola controllate dai tedeschi.
Di fatto però Mussolini non aveva più poteri, e la Repubblica di Salò era uno stato-fantoccio nelle mani di Hitler e degli occupanti tedeschi.
L’Italia così si ritrovava divisa in due: al nord Benito Mussolini e i nazisti e al sud gli Alleati americani e inglesi.
Iniziò quindi, nella guerra già esistente, una guerra civile tra la parte di italiani fedele ai fascisti e ai tedeschi e quella decisa a liberare il Paese insieme agli Alleati.
Per combattere il dominio nazifascista gli italiani organizzarono infatti la Resistenza, ossia la lotta dei cittadini per liberare i loro paesi dall’occupazione tedesca.
I partecipanti a questa lotta furono chiamati partigiani: persone di qualsiasi sesso, qualsiasi età, di diverse idee politiche e religiose, tutti insieme uniti dallo stesso ideale: la libertà.
Nel 1943, le Sezioni Affari Civili e del Governo Militare delle Forze Alleate istituiscono il programma Monuments, Fine Arts, and Archives il quale, abbreviato con la sigla MFAA, serviva a proteggere i beni culturali nelle aree del conflitto della Seconda Guerra Mondiale.
Al programma parteciparono 345 persone, donne e uomini, provenienti da 14 paesi diversi. La particolarità fu il fatto che non fossero soldati, ma storici dell’arte, curatori di musei, artisti e architetti.
L’oro di Roma
Il 26 settembre del 1943 il capo delle truppe naziste che avevano occupato Roma, Herbert Kappler, convocò il presidente della Comunità ebraica italiana e il presidente della Comunità ebraica di Roma e ordinò loro di consegnare al suo ufficio 50 kg di oro entro 36 ore.
In caso contrario 200 ebrei sarebbero stati deportati in Germania.
Contro ogni previsione, l’oro viene raccolto in tempo, grazie anche al contributo del papa.
Kappler prese l’oro, ma dopo appena due settimane, il 15 ottobre del 1943, fa circondare il quartiere ebraico di Roma.
Vennero catturati più di 1.000 ebrei, prelevati a forza dalle loro abitazioni.
Due giorni dopo i prigionieri furono caricati sui vagoni di un treno diretto ad Auschwitz in un campo di concentramento.
Dei 1.023 deportati solo 16 sopravvissero.
L’uccisione di tutte queste persone viene chiamata Olocausto, ed è il peggior evento della storia dell’umanità.
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La Seconda Guerra Mondiale spiegata ai bambini: l’attentato di via Rasella
Roma è sotto il controllo militare nazista, in un clima crescente di terrore: perquisizioni, rastrellamenti e carcerazioni sono all’ordine del giorno.
I partigiani creano continue azioni di disturbo, cercando sabotare i piani dei nazisti almeno in qualche ingranaggio.
Il 23 marzo del 1944 due squadre di partigiani travestiti da spazzini, collocano in via Rasella una cassetta di acciaio con 12kg di esplosivo, su una carretta usata per la spazzatura.
Tutti i giorni alla stessa ora, un gruppo di SS, compie il proprio giro di marcia passando proprio per quella via.
Ventisei uomini morirono nell’immediatezza dell’esplosione e altri nelle ore successive per le ferite riportate
La reazione dei nazisti fu violenta e indiscriminata. Raffiche di mitra vennero esplose in ogni direzione, specialmente verso le finestre che si affacciano sulla strada.
Immediatamente venne dato l’ordine di eseguire una rappresaglia da parte dei nazisti: verranno uccisi dieci italiani per ogni soldato tedesco morto.
Come luogo dell’esecuzione vennero scelte delle antiche cave di arenaria, situate in via Ardeatina che gli abitanti chiamano “fosse”.
Nell’eccidio delle fosse Ardeatine vengono giustiziate 335 persone.
Per commemorare il tragico evento e offrire degna sepoltura ai martiri della resistenza, qualche anno dopo la fine della guerra fu il Mausoleo delle Fosse Ardeatine, a perenne ricordo dei Martiri e di tutti i caduti della guerra di Liberazione.
Da allora, ogni 24 marzo, questo triste evento viene commemorato al cospetto di autorità, associazioni partigiane e di deportati, studenti e comuni cittadini, mentre i nomi delle 335 vittime vengono scanditi ad alta voce.
Il 4 giugno 1944 gli Alleati liberano Roma dai nazifascisti. Messi in fuga i nazisti, la mattina del giorno dopo le truppe Usa vennero osannate da migliaia di persone.
Dopo la liberazione di Roma, le truppe alleate continuarono la risalita della penisola.
I partigiani insieme agli Alleati riconquistarono piano piano tutta l’Italia.
I combattimenti proseguirono fino all’inizio di maggio ma la Festa della Liberazione si celebra il 25 aprile, perché è il giorno in cui le città di Milano e Torino furono liberate dall’occupazione straniera.
La Seconda Guerra Mondiale spiegata ai bambini: la bomba atomica

Agli inizi di maggio del 1945 i russi entrarono a Berlino e Hitler si suicidò.
In Europa la guerra era finita ma il Giappone voleva continuare a combattere.
Gli Stati Uniti presero allora la folle decisione di sganciare su Hiroshima e Nagasaki una nuova, terribile arma di distruzione: la bomba atomica.
Le città furono rase completamente al suolo e di fronte a tanta devastazione, il Giappone decise di arrendersi.
Il 2 settembre 1945 la Seconda Guerra Mondiale era finalmente finita ma aveva provocato oltre 40 milioni di vittime tra militari e civili.
In Italia il 2 giugno 1946 venne proclamata la Repubblica, in un referendum in cui poterono votare anche le donne per la prima volta.

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Venne poi scritta la Costituzione, cioè la legge fondamentale dello Stato, che indica i principi fondamentali che tutte le altre leggi devono rispettare. La costituzione definisce i valori di cui lo Stato si fonda e stabilisce la sua organizzazione.
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