Ho studiato al Liceo e all’Università più volte la legge della conservazione della massa, e nonostante non fossi una folle appassionata di fisica (fatta eccezione per educazione… fisica), questa frase mi ha sempre profondamente affascinato.
Questo è quello che mi è scattato nella mente non appena ho letto il termine economia circolare.
Che cos’è l’economia circolare, o circular Economy?
Spiegata semplicemente, l’economia circolare è un nuovo modo di vedere prodotti e servizi, come qualcosa che non finisce o si butta via, ma che può essere riutilizzato oppure trasformato in qualcosa di nuovo, oppure utilizzato come risorsa per nuovi prodotti.
Pensate che l’economia circolare applicata nel riutilizzo degli scarti di lavorazione, alimentari o industriali, permetterebbe di risparmiare circa 604 miliardi di euro alle imprese europee ogni anno. Alla fine questa economia circolare è quello che sosteniamo anche in questo blog da molto tempo.
Nel nostro piccolo, cucinare minimizzando e riutilizzando gli scarti in cucina è un esempio di economia circolare. Oppure utilizzare oggetti che altrimenti andrebbero buttati via, per realizzare nuovi oggetti, nel nostro caso giochi, è un altro esempio di economia circolare.
Realizzare una cucina giocattolo per i bambini con le scatole di cartone è un esempio di economia circolare.
Ma anche l’autoproduzione, intesa come la realizzazione di qualcosa partendo da quello che abbiamo in casa, è un altro esempio che possiamo attuare nel nostro piccolo.

Una maschera fatta solo con il miele ci renderà una pelle luminosa, senza avere confezioni da buttare e quindi rifiuti da smaltire. Una pappetta fatta con miele, zucchero di canna integrale e mezzo limone spremuto, è uno scrub fantastico per il viso, che ha un impatto ambientale pari a zero!
Ero convinta di essere già piuttosto brava nella raccolta differenziata, ma quando le cose si sono fatte serie, mi sono accorta che avrei potuto fare ancora meglio, e che in realtà l’indifferenziato che produciamo è veramente minimo, se viene fatta la raccolta differenziata come si deve.
Non so se sapete come funziona la raccolta differenziata porta porta: spiegata brevemente ci sono stati consegnati 5 bidoncini: uno per la plastica, uno per la carta, uno per i rifiuti organici e uno per l’indifferenziato (per il vetro è rimasta la campana per strada).
Durante la settimana c’è un giorno destinato al ritiro di ogni tipo di rifiuto, ad esempio il lunedì e il giovedì c’è l’organico, il martedì la carta, eccetera. In questo modo ho preso veramente coscienza di quanti rifiuti, divisi nelle varie tipologie, produciamo a settimana. E di quanto si potrebbe fare meglio. Il rifiuto che produciamo in quantità maggiore è l’organico, e per questo mi piacerebbe tantissimo dotarmi di una compostiera da tenere in giardino.
La compostiera è un contenitore, adatto a chi possiede un giardino o un piccolo terreno, che permette di effettuare la trasformazione naturale di alcuni tipi di rifiuti in terriccio (compost) per la concimazione di fiori e piante. Anche questo sarebbe un piccolo esempio di economia circolare.
Mi piacerebbe anche usufruire di più dell’acquisto di prodotti sfusi, e non dovere comprare tutto confezionato, con una grande quantità di plastica da dovere smaltire, ma piuttosto riutilizzando i contenitori che già abbiamo, e ridargli una nuova vita!
Diciamo che l’economia circolare è un po’ una filosofia di vita che mi piacerebbe passare alle mie figlie, che va ad opporsi un po’ al modello classico di economia attuale, lineare, basata su “prendi, produci, usa e getta”, in cui i beni vengono comprati, usati e buttati di continuo
L’economia circolare invece creerebbe un modello completamente diverso, sostenibile sia a livello ambientale ma anche economico. Fino a poco tempo fa le persone che avevano questo tipo di accorgimenti erano poche, magari considerate particolarmente ambientaliste e forse da alcuni anche un po’ fissate. Oggi questo tipo di filosofia nelle nostre case è sempre più presente, ed è indispensabile per il futuro del nostro mondo.
Lo stesso vale per le aziende. Fino a qualche anno fa le aziende che avevano deciso di puntare sull’economia circolare erano poche e viste come dei rari filantropi.
Oggi, i dati dimostrano che il percorso intrapreso da quelle aziende si sta affermando non solo come vincente, ma come unica strada possibile da percorrere per rimanere competitivi sul mercato.
Un esempio di azienda che mi ha molto colpito è la Funghi Espresso, una start up Toscana che riutilizza i rifiuti, in particolare i fondi del caffè, secondo i principi dell’economia circolare, per la produzione e coltivazione di funghi. In pratica quello che fanno è riutilizzare i fondi di caffè provenienti dai bar e dai ristoranti del territorio come substrato per la coltivazione dei funghi. Da ogni fondo di caffè recuperato è possibile produrre circa 200 g di funghi commestibili, che vengono venduti a ristoranti, mercati e GAS (gruppi acquisto solidale). Ogni giorno un bar produce in media circa 4 kg di fondi di caffè, ossia circa 1,3 tonnellate in un anno, fate un po’ i conti voi… In sostanza, nel sistema Funghi Espresso non esistono rifiuti ma risorse, infatti, il substrato una volta finita la coltivazione diventa un ottimo ammendante organico da utilizzare in agricoltura, chiudendo in questo modo il ciclo.
Anche Enel attraverso Enel Future-E, ha deciso di adattare l’economia circolare al settore energetico, integrando innovazione, sostenibilità e competitività per dar vita a nuovi modelli di sviluppo che rafforzino le relazioni sociali e promuovano la creazione di valore condiviso in ottica Circular Economy.
Insomma l’economia circolare si sta rivelando sempre di più non una filosofia per filantropi o ambientalista, ma l’unica strada possibile per la sopravvivenza nei mercati e ancora di più per il nostro pianeta.
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