
Oggi 27 Gennaio è la giornata della Memoria, e io credo sia un dovere morale parlarne con i nostri bambini, qualsiasi età essi abbiano: ricordiamoci di non dimenticare.
Si è deciso di celebrare il Giorno della Memoria il 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.
In questa giornata vengono organizzate in tutta Italia numerose celebrazioni, le maestre e i professori ne parlano a scuola, e in televisione vengono proposti tanti film è documentari.
E ogni anno credo sia importantissimo partecipare alle iniziative di questa giornata. Lo è ancora di più se abbiamo bambini o giovani vicino a noi.
La maggior parte dei nonni di noi genitori ha vissuto la guerra e quei tragici anni. I nostri genitori a loro volta sono nati negli anni coincidenti o successivi alla guerra e sono cresciuti sentendo con le loro orecchie i racconti delle persone sopravvissute.
E così noi, che ci ritroviamo oggi genitori, siamo cresciuti con racconti di chi ha vissuto quelle atrocità.
Per la maggior parte dei nostri figli non sarà così.
Gli anni passano e tra un po’ non ci saranno più persone che potranno raccontare la loro testimonianza diretta.
Nonostante questo però la Memoria resisterà. Deve resistere. È nostro compito e dovere.
Questa volta il tempo non deve mitigare il dolore. Questa volta è necessario non dimenticare.
È indispensabile che il dolore che è stato provato e lo sdegno per questi fatti rimanga sempre vivo anche nelle generazioni che ne sono lontane anagraficamente..
Spiegare ai bambini che cos’è la Shoah e perché deve esistere una giornata della memoria non è facile.
Mia figlia di 7 anni mi dice che non le piace sentire i racconti tristi. E io le dico che a ragione. E la capisco. Ma cerco anche di spiegarle che è importante raccontare cosa sia successo. Non solo perché non si dimentichi, ma anche perché non si ripeta.
Ovviamente i racconti e gli approfondimenti devono essere sempre legati all’età del bambino. Non è certo sconvolgendoli o traumatizzandoli poverini che aiuteremo nessuno.
Ma già dalla scuola primaria penso sia importante affrontare, in maniera adeguata, questi discorsi.
Le pietre d’inciampo

Io e le bambine abbiamo incontrato le pietre d’inciampo per la prima volta a Roma nel quartiere ebraico. Ricordo ancora le lacrime che mi sono esplose negli occhi nel vederle davanti alle porte delle case, nell’immaginare quello che poteva essere successo in quei momenti. Persone come me, famiglie come la nostra.
Le pietre d’inciampo (in tedesco Stolpersteine) sono un’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig per depositare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, la memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti.
L’iniziativa è partita a Colonia e si è poi diffusa in tantissimi paesi europei. Questi blocchi in pietra ricoperti da una piastra di ottone vengono incorporate nel selciato stradale delle città, davanti alle ultime abitazioni delle vittime.
La memoria consiste in una piccola targa d’ottone della dimensione di un sampietrino posta davanti alla porta della casa in cui abitò la vittima del nazismo.
Nella parte in ottone vi sono incisi il nome della persona, l’anno di nascita, la data, l’eventuale luogo di deportazione e la data di morte, se conosciuta.
L’espressione “inciampo” è stata scelta per esprimere l’incontro non in senso fisico, ma visivo e mentale, per far fermare a riflettere chi vi passa vicino e si imbatte, anche casualmente, nell’opera.
Le pietre d’inciampo vengono messe in memoria delle vittime del nazismo, indipendentemente da etnia e religione. La prima, ad esempio, fu posata a Colonia in ricordo di mille tra Sinti e Rom deportati nel maggio del 1940.
Noi le abbiamo incontrate per la prima volta a Roma, poi a Firenze, a Venezia e a Torino. E ogni volta sono veramente non solo un inciampo doloroso nella storia in generale, ma sono dei nomi, delle persone.
Potete visualizzare la mappa delle pietre d’inciampo in Italia a questo link. In questi giorni sono state posate 9 pietre d’inciampo a Cesena. Provate a fare una piccola ricerca per scoprire se ce ne sono vicino a voi.
Un viaggio senza ritorno
Un altro video che voglio segnalarvi e che ho trovato adatto ai bambini è il bellissimo servizio che è andato in onda l’altra sera su Rai Uno nel programma di Alberto Angela “Ulisse e il piacere della scoperta”.
Il racconto di questo triste “Viaggio senza ritorno” è trattato secondo me in maniera che sia adatto anche ai bambini. Purtroppo non si possono indorare più di tanto certi fatti storici, ma buona parte del servizio è dedicato a storie e aneddoti di persone che ce l’hanno fatta, grazie all’aiuto di altre persone. Uomini e donne che hanno rischiato la vita, per salvarne altre.
Potete trovare “Viaggio senza ritorno” di Alberto Angela gratuitamente on demand su RaiPlay.
“La Stella di Andra e Tati”

Gli anni passati vi avevo segnalato e consigliato come cartone per bambini per la giornata della Memoria “La Stella di Andra e Tati”.
Infatti questo cartone animato è stato ideato proprio con l’obiettivo di raccontare anche ai più piccoli la tragedia della Shoah.
Il film di animazione racconta la vera storia di due sorelle ebree di Fiume, Alessandra e Tatiana Bucci, che all’età di 6 e 4 anni vennero deportate ad Auschwitz, insieme alla loro famiglia.
Per fortuna la loro è una storia a lieto fine. Quando il 27 gennaio del 1945 i sovietici entrarono ad Auschwitz, su circa 230.000 bambini deportati, solo 650 erano rimasti in vita. Tra loro c’erano anche Andra e Tatiana.
- La Stella di Andra e Tati ed è disponibile gratuitamente su Rai Play.
- In alternativa, il cartone animato andrà in onda il 27 gennaio 2022 su Rai Gulp alle ore 19:05
Come foglie al vento
CI siamo imbattute io e le mie bambine per caso in questa produzione originale Rai Ragazzi per il Giorno della Memoria e ci è piaciuta molto. Dura solo 10 minuti e vi consiglio assolutamente di guardarla.
Due ragazzini in gita a Venezia si perdono e incontrano Riccardo Calimani, scrittore e storico ed esponente della comunità ebraica di Venezia. Mentre li aiuta a ritrovare la classe, lo scrittore inizia un racconto sulla persecuzione razziale e sula storia della sua famiglia.
Scopriranno la vicenda dei giovanissimi genitori di Calimani, che pochi giorni dopo l’8 settembre 1943, quando i tedeschi hanno occupato Venezia, si sposano velocemente, si nascondono e fuggono insieme.
- In alternativa, andrà in onda su “Rai Gulp” oggi giovedì 27 gennaio alle 16.40.
Scegliete voi come e quando e il modo con cui parlare di queste cose ai vostri bambini e ragazzi, ma vi prego in qualsiasi caso di farlo.
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