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Mettere il cestello della gelatiera nel freezer venerdì
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Fare il gelato sabato
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Mangiarlo domenica!
Gelato alla nocciola
Ingredienti:
100 gr di nocciole
100 gr di zucchero
150 ml di panna
200 ml di latte
1 uovo intero
Un baccello di vaniglia
Procedimento:
Versare il latte in un pentolino.
Incidere con un coltello a punta la bacca di vaniglia a metà lungo tutta la lunghezza, e con la punta estrarne i semini interni e farli cadere all’interno del pentolino con il latte. Tagliare poi a metà il baccello (altrimenti non si riesce ad immergere nel latte, perché il pentolino è piccolo) e appunto immergerlo nel latte.


Accendere il fuoco e fare scaldare appena il latte, in modo che la vaniglia rilasci il suo profumo. Non fate assolutamente bollire il latte! Basta pochissimo, deve essere tiepido (dovete potere infilarci un dito dentro senza scottarvi).
Versare nel mixer o in qualsiasi altro aggeggio per tritare i 100 gr di nocciole e azionarlo per qualche minuto, fino a sbriciolarle totalmente.

Dico di farlo qualche minuto perché si deve creare una specie di pasta morbida. A questo punto unire lo zucchero e azionare il tritatutto un altro po’.
Battete l’uovo in una ciotola abbastanza capiente (dovrà contenere poi tutti gli ingredienti).

Togliete il baccello dal latte con una forchetta e versatelo nella ciotola, versate poi la panna, mescolando fino a fare amalgamare tutti gli ingredienti.
Versare il composto nella gelatiera e farla lavorare fino a che non ha raggiunto la consistenza desiderata: io l’ho fatta andare e ho inserito 40 minuti nel timer del forno, poi sono andata a fare il bagnetto a Cecilia e poi l’ho messa a nanna a fare un riposino. Quando sono scesa il timer era già suonato, penso da qualche minuto. Comunque ho letto che è meglio fare mantecare il gelato qualche minuto in più che in meno!

Ho portato il gelato come dolce per un pranzo a casa dei miei e non lo abbiamo tenuto abbastanza tempo fuori dal frigo, e quindi al momento di servirlo era un po’ duretto.
Il sapore però era buonissimo, e lo abbiamo spazzolato subito, perciò non ho prove per affermare o escludere che con i tempi dovuti il gelato avrebbe avuto la giusta consistenza, intesa come morbidezza e cremosità.
Vero è che appena uscito dalla gelatiera era già abbastanza cremoso, il che fa bene sperare!
In più credo sia impossibile ricreare la cremosità tipica dei gelati che siamo abituati a mangiare in gelateria. Un po’ perché è il loro mestiere, un po’ perché credo gli aggiungano qualcosa per ottenere quella cremosità.
Sicuramente è sano anche il gelato acquistato in gelateria, e in più uscire per andare a prendere un gelato è un momento felice per i nostri piccini e anche per i grandi, perciò perché privarsene?
Allo stesso tempo però, quando ci si vuole gustare un buon gelato in casa, o sia ha ospiti o si deve dare la merenda ai bambini, è meglio alternare il gelato della gelateria con quello fatto in casa.
Soprattutto dopo avere scoperto che in 20 minuti il composto del gelato è pronto, poi basterà metterlo nella gelatiera e dimenticarselo in genere una quarantina di minuti, penserà a tutto lei!
In questo modo siamo sicuri di quello che c’è in quello che mangiamo, possiamo variare le quantità in base alle nostre esigenze (ad esempio togliere un po’ di zucchero o sostituire il latte di mucca con latte di riso o di soia, o quello che ci viene in mente).
Per quel che riguarda invece i gelati confezionati, consiglio di abolirli del tutto e sostituirli con quello fatto in casa.
Cecilia ancora è piccola, ha 1 anno e 2 mesi e mi guardo bene di darle il gelato a merenda. Ma il tempo vola e passati i due anni potrà iniziare a mangiare di tutto, perciò sto tentando di imparare a preparare delle buone e sane merende per il mio cucciolo d’uomo.
Penso sia importante educare i nostri figli ai sapori delle cose vere, genuine. Se cresciamo il loro palati con i prodotti confezionati, penseranno che è buono il sapore degli aromi artificiali, crederanno che il sapore vero di un dolce alle carote è quello della Camilla del Mulino Bianco e non quello della torta casalinga. Penseranno che la vaniglia più buona è la vanillina e non il baccello di vaniglia. E si potrebbe andare avanti all’infinito. Ecco io vorrei insegnare a Cecilia i sapori genuini, vedrà poi lei quando sarà più grande cosa preferire. Ma penso che se si cresce con i sapori genuini, sarà poi più difficile farsi infinocchiare da quei saporacci riprodotti in laboratorio.
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